Custodia del Brasile

Custodia del Brasile

Costudia Provinciale "San Bonaventura" del Brasile

Con l'arrivo dei  Frati Minori Conventuali della Provincia Romana nel Nordest del Brasile, Stato del Maranhão e Cearà, si é voluto rispondere ad un duplice appello:

  1.  A  quello, che il Serafico Padre annota nella Regola non bollata,  al Cap. 16,  e in quella bollata, al Cap.12, che ha come titolo: Di quelli che vogliono andare tra i Saraceni e gli altri infedeli.
  2.   In secondo luogo, si vuole rispondere all’appello della Chiesa, nella persona del Vescovo di Viana, Dom Amleto De Angelis, fratellodel nostro P. Bonaventura, allora Delegato Provinciale delle Missioni.

La Diocesi aveva un territorio vastissimo e, in quel momento, vi erano solo 4 sacerdoti ed inoltre c’era tanta povertà. I nostri Frati, all’inizio, quindi, vennero in terra brasiliana per sopperire a queste necessità. C’è da sottolineare che l’Ordine Francescano, facendo promessa di essere suddito e soggetto alla Santa Madre Chiesa, non può non camminare con essa;  perciò, se da un lato intende rimanere fedele al suo carisma di minorità, povertà e fraternità, dall’altro vuole essere al passo con i tempi e assecondare l’appello della Chiesa, che legge ed interpreta sapientemente i fatti e gli eventi della storia alla luce del Vangelo. Essa si inserisce nelle varie culture senza perdere la propria identità e natura missionaria, che è quella di obbedire al mandato di Gesù Cristo: annunciare il Vangelo a tutte le genti.

Primi tentativi e arrivo dei Frati della Provincia Romana in Brasile

Un primo tentativo di due Frati della Provincia Romana di recarsi in America Latina, precisamente in Minas Gerais, fu fatto nell’anno 1911. Non conosciamo il nome dei due Frati, comunque questa loro venuta fu di breve durata e non ebbe seguito. Dobbiamo arrivare al 1967, quando il Capitolo Provinciale della Provincia Romana, celebrato nella città di Bagnoregio (VT), Italia, dette parere favorevole per aprire una Missione nel Nordest del Brasile, dietro richiesta del Vescovo della Diocesi di Viana, Mons. Amleto De Angelis, che invitava i nostri Frati nella sua Diocesi dove c’era scarsità di sacerdoti e tanta povertà.

Il 12 Novembre 1968, partirono, per approdare in terra brasiliana, i primi 4 Frati, accompagnati da P. Bonaventura De Angelis, Delegato Provinciale delle Missioni: frei Luis D`Andrea, Superiore e Responsabile della Missione, frei Mario Paloni, frei Antonio Sinibaldi e il fratello Religioso, frei Edoardo Rori.

Attenzione al problema vocazionale

I frati, all’inizio, non si posero il problema vocazionale, perchè erano venuti in aiuto ad una Diocesi, che scarseggiava di preti. L'idea di ricevere vocazioni è maturata successivamente nella coscienza dei Missionari. Fu Frei Antonio Sinibaldi, che si era stabilito in una piccola casa in S. Luis, nel Bairro di S. Francesco, ad accogliere, ma solo a titolo personale, qualche primo aspirante; in seguito ci furono altre richieste di giovani, che volevano conoscere San Francesco di Assisi; si cominciò quindi a fare un lavoro più organico e condiviso a livello vocazionale.

Nel 1980, ci fu il primo giovane del gruppo vocazionale, che chiese di iniziare un cammino di formazione ed entrare nell’Ordine, ma essendo uno solo fu inviato nella Provincia di San Francesco nel Sud, la quale dette piena disponibilità nell’accoglierlo. Il 7 Marzo del 1981, fu deciso di aprire una casa di formazione in S. Luis, per i Postulanti. All’inizio, i ragazzi vennero accolti nei pochi locali, di cui disponeva la casa. In un secondo tempo, si pensò di costruire il Seminario, che venne inaugurato nel 1988, ma fu completato un paio di anni dopo.

La morte eroica del P. Antonio Sinibaldi

La morte di questo pioniere della Missione, avvenuta il 07 Settembre 1987, se da un lato é stata una perdita, dall’altra é stato un guadagno ed un esempio per la terra maranhense. Egli ha salvato la vita a 17 giovani, che rischiavano di annegare: una vita donata con sacrifício e amore,  da questa vita offerta per amore, sono sbocciate nuove speranze e nuove vocazioni. Il P. Antonio, in precedenza aveva già detto, in modo confidenziale, al P. Provinciale, P. Pier Giorgio Vitelli, che egli sarebbe stato disposto a donare la vita per il bene dei giovani.

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